"Libro Audio", audiolibro, Offlaga Disco Pax? Non proprio.
A differenziare lo spoken word autobiografico degli Uochi Toki è il tono da arringa di Napo e le basi electro noise di Rico.
Un libro composto da dodici capitoli, o meglio dodici storie a sè stanti, una specie di Antologia di Spoon River rap.
Mondi indipendenti ma riconducibili tutti all'universo di Napo. Realtà (o irrealtà) soggettive non necessariamente da intendere, nè condividere.
Analisi degli spazi, percezione di ambienti, rapporti umani, percorsi mentali strettamente connessi alle basi, esemplare in merito Il Piromane con il piano che segue la follia della psiche del protagonista, o la raffica di frasi de Il Claustrofilo.
Comincio a vedere cose che non esistono. 8
mercoledì 13 maggio 2009
Uochi Toki - Libro Audio
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lunedì 13 aprile 2009
Ministri - Tempi Bui
I Ministri hanno tutto per essere insopportabili.
Ragazzi trentenni, giacche che nemmeno i Coldplay, sonorità edulcorate.
"Tempi Bui" però è un album di rock semplice, diretto, privo di metafore.
Davide Autelitano, Federico Dragona, Michele Esposito, riescono a non essere ridicoli pur impregnando i propri testi di politica.
Scenari apocalittici ma futuribili, superficialità di rapporti e modelli, precarietà, inazione sociale, critiche all'incriticabile democrazia: questi i tempi bui urlati dai Ministri.
In Italia non sono molti i gruppi che riescono a fare pop-rock per giovanissimi con una certa credibilità. 6
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lunedì 6 aprile 2009
White Lies - To Lose My Life
Una settimana dopo l'uscita, per una sola settimana, album più venduto in UK. Che i giovani inglesi non pratichino il download, più o meno legale, al fine di valutare la qualità dei dischi? Difficile.
Inspiegabile.
A tratti simili ai Killers più danzerecci e pomposi. Gli Editors nel DNA.
Si potrebbero chiamare in causa anche gli Interpol, ma sarebbe troppo (Avessi detto).
Un disco inutile ma innoquo. 4
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venerdì 3 aprile 2009
Le Rapide: Dente - Roberto Angelini - Zu
L'amore non è bello ma fragile e provvisorio, forse oggi più che ieri, ad ogni modo perfettamente attuale nella sua precarietà.
Nasce, si nutre delle sue speranze, delle proprie illusioni, in costante divenire, in un instabile equilibrio difficile da mantenere.
Dente ci illustra l'instabilità dell'amore attraverso tredici tracce sussurrate con voce piccolina, ma ben affilate da un paziente lavoro di lima.
Quando ci si trova di fronte ad un lavoro di pop scanzonato si chiama spesso in causa Battisti. In questo caso è inevitabile.
Canzoni che entrano subito in testa e vi rimangono per la loro semplicità pop. Ed una leggerezza amara ricamata da chitarra, pianoforte e fiati.
Tredici gelati al veleno. 6.5Che Roberto Angelini avesse aspirazioni cantautorali non ero a conoscenza. Daltronde se ti proponi al pubblico con un pezzo quale Gattomatto, forse tutte le colpe per questa ignoranza non sono mie, anche perchè non è detto che una seconda occasione si presenti.
"La Vista Concessa", come un racconto intimo, ripercorre le vicende artistiche dell'autore per poi sfociare in considerazioni esistenziali.
Una società fondata sull'apparenza (Vulcano), una vita trascorsa ma non vissuta pienamente nelle felicità personali (Fragile Fragilissima Felicità), mentre sarebbe opportuno inseguire i propri sogni senza accontentarsi mai (La Vista Concessa), pur essendo preferibile talvolta non conoscere i meccanismi che regolano la nostra vita (Beato Chi Non Sa).
Tutto questo con atmosfere tipiche di un altro cantautore romano: Riccardo Sinigallia. 6Gli Zu sono in tre, italiani, di Roma. Hanno una discografia impressionante alle spalle che li ha portati a pubblicare Carboniferous per la Ipecac di Mike Patton, presente in prima persona in due tracce del disco.
Il loro ultimo lavoro è il risultato hardcore, math-noise e influenze jazz.
Non proprio la mia tazza da the, ma quando si sa suonare bene tutto è godibile.
La batteria fondamentale di Jacopo Battaglia, il basso di Massimo Pupillo, il sax aggressivo di Luca Mai si intrecciano con cura.
Cacofonie precise, distribuzione controllata della rabbia, distorsioni viscerali, struttura granitica. Nulla lasciato al caso.
Gli Zu, insomma, spaccano. Tutto. 7.5
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sabato 21 marzo 2009
VV. AA. - Il Paese è Reale
Provare a cambiare la fortuna della musica indipendente italiana. Provare a cambiare la fortuna della musica italiana. Diciannove artisti per un paese migliore?
Gli Afterhours reduci da Sanremo offrono a diciotto colleghi l'opportunità di mostrare la propria arte ad un pubblico più ampio (Vedasi ad esempio la copertina collettiva su Xl).
In apertura il pezzo "sanremese" che dà il titolo alla compilation, espressione di ciò che è il gruppo oggi e che pertanto avrebbe trovato perfetta collocazione ne "I Milanesi Ammazzano Il Sabato". Ma il peso degli Afterhours non si limita a questo, considerati i side project di Gabrielli (Calibro 35 e Mariposa) e le apparizioni di D'Erasmo nelle canzoni di Basile e Angelini.
Esponenti questi ultimi della canzone italiana d'autore, non soli nel disco ma ben accompagnati dai vari Benvegnù, Parente, Dente. Ne risulta insomma un paese ancora legato a questa tradizione, con ottimi e variegati risultati, tra questi si distingue Io e Il Mio Amore di Benvegnù, uno slancio passionario perfetto all'occasione, non a caso seconda traccia seguente la titletrack.
Apprezzabile il lavoro de Il Teatro degli Orrori che certo non si tirano indietro se c'è da proporre un testo di attivismo politico. Refusenik presenta tutte le caratteristiche tipiche della loro musica: rock nevrotico, folate di chitarra elettrica, potenza comunicativa rara in Italia.
Per gli Zu andrebbe aperto un capitolo a parte, Maledetto Sedicesimo è una traccia già presente in "Carboniferous" in qualità di ghost track, da questo si capisce come il pezzo non sia tra i più efficaci del gruppo ed infatti non vale la considerazione internazionele che il gruppo sta suscitando.
Verso la fine della raccolta i Marta Sui Tubi. Mercoledì è un pezzo innoquo visti i loro mirabili precedenti, un peccato perchè la trama di ukulele e violoncello è notevole a mancare in questo caso è la voce di Giovanni Gulino.
I pezzi in inglese mi lasciano perplesso (Settlefish e Disco Drive), in alcuni episodi indifferente (Toys Orchestra), meglio, ma non troppo, la polistrumentista Antolini e la sua Venetian Hautoby.
Resta una buona raccolta, un progetto ottimo. 7
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venerdì 5 dicembre 2008
Fleet Foxes - Fleet Foxes
Si potessero dipingere su tela i suoni dei Fleet Foxes si vedrebbe un quadro dalle infinite sfumature, dai colori pastello velati, illuminato ed illuminante. Non abbagliante, ma dotato di una luce pura, talvolta filtrata dai rami degli alberi, quella luce fresca mattutina che sa di rugiada.
Difficile immaginare una copertina più adatta al loro caso dunque. Naturalmente fiamminghi.
Un bosco, un ruscello e folletti saltellanti al ritmo della corrente.
Armonie celestiali, cori puri e folk dalle percussioni tribaleggianti a tratti, per uscire dalla metafora.
Ed è proprio questa naturalezza, inteso come legame con la natura, a non ammettere paragoni con Brian Wilson e soci. Il gruppo di Seattle di "beach" non ha proprio nulla.
Se le armonizzazioni vocali richiamano ancora (e soprattutto) Jim James ed i My Morning Jacket, chitarre pizzicate, ritmi minimali (ma efficaci), allontanano i Fleet Foxes dalle visioni elettriche di questi ultimi.
Lontano dalle spiagge, dalla modernità, all'interno di un libro di fiabe. 8/10
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martedì 18 novembre 2008
Le Rapide
I Marta Sui Tubi crescono ed aggiungono la tastiera di Paolo Pischedda alle proprie sonorità. Componente questa subito accordata agli altri elementi, mantenendo il loro tipico stile schizofrenico, disturbato, psichedelico, isterico, contorto, caotico ma sapientemente controllato.
E' così che l'arpeggio di Carmelo Pipitone non deve reggere da solo l'impalcatura musicale senza per questo diventare un accompagnamento sterile.
I Marta Sui Tubi ci provano sul serio a riscrivere le regole del pop italiano, anche se in "Sushi & Coca" non mancano pezzi talmente classici da non emergere alla kermesse sanremese. 6.5Circa un anno fa il demo de "Le Luci Della Centrale Elettrica" catalizzò l'attenzione del circuito indipendente. Se il demo ha maggior passione o cattiveria, solo i gelosi di chissà quale scoperta primaria possono affermare una superiore qualità di questa versione rispetto all'album "Canzoni Da Spiaggia Deturpata", in cui Vasco Brondi si avvale della collaborazione di Giorgio Canali.
Canzoni ricche di angoscia, inquiete, urlate contro il cielo metropolitano, ricche di citazioni e neo-citazioni; Da Boris Vian a Rino Gaetano, autore quest'ultimo che Vasco ricorda, sebbene diversamente monocromatico, grigio, noir, post-moderno. 7"Contatti" ci presenta un Bugo in versione elettro-pop alle prese col sintetizzatore.
Diretto, dal lessico semplice, ma cantore di crisi: sociale, relazionale, dei limiti strutturali del progresso, del tasso variabile dei mutui, il tutto su una base da dancefloor.
In mezzo ballatone d'amore a diversi gradi, dall'intimista Sesto Mese alla estiva Love Boat.
In realtà in questa versione il Bugatti funziona e non. Trascinanti pezzi come Nel Giro Giusto e C'è Crisi. Trascurabili invece altri. Fa niente. 5Il Genio: la tastiera di Gianluca De Rubertis e la voce di Alessandra Contini che giocano con le sonorità anni sessanta francesi, vien da sè il richiamo alla coppia Gainsbourg-Birkin.
Canzoncine pop, vintage, easy listening.
Il gioco funziona a tratti, la voce leggera di Alessandra Contini ammalia, ansima accattivante, inganna, ma ci si farebbe legare all'albero di una nave pur di partecipare a questo inganno.
Ma, si sa, il gioco è bello quando dura poco, ed infine sarebbe preferibile cerarsi le orecchie. 4.5
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lunedì 10 novembre 2008
TV On The Radio - Dear Science,
Conosciuti con "Desperate Youth, Blood Thirsty Babes" e praticamente abbandonati con esso. A "Return To Cookie Mountain" non ricordo di aver concesso una vera possibilità.
Quando tante idee confluiscono in un unico progetto non è sempre facile decifrarne i contenuti. Io i TV On The Radio non li capivo.
Come leggere un testo in cui le parole fossero anagrammate senza un senso preciso.
Ma non tutto ciò che è caotico è incomprensibile. Anche i professori di Cambridge lo sanno: non imrtpoa cmoe saino sritcte le plaroe, se la pmira e l'umitla ltertea snoo al ptoso gtusio ttute le artle psonoso ersese al ptoso sgbiatlao, il cerlvelo sraà comquune in gdrao di decraifre tttuo.
I TVOTR con "Dear Science," mettono la prima e l'ultima lettera al posto giusto e si fanno capire.
In questo senso si fanno pop, più accessibili. Sonorità dark lasciano spazio alla black music, al funk.
Parlano la lingua di Prince ma anche di Bowie, Talkin Heads e Peter Gabriel, ciononostante, questo non pregiudica la comprensione a chi non ha mai amato in modo particolare nessuno degli artisti citati.
"Dear Science" vi prenderà al primo ascolto o mai più, un disco a cui dare almeno una possibilità. 9/10
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martedì 7 ottobre 2008
Le Rapide
Recensioni in pillole.L'ascolto in streaming del disco degli R.E.M. non mi colpì in modo particolare. Una migliore qualità dell'audio non ha cambiato molto l'impressione iniziale.
Un album davvero rock, nervoso, distorto, rabbioso, rapido, che sicuramente allontana il gruppo dalle atmosfere delle più recenti uscite di Stipe e compagni, riportandoli a sonorità che non appartengono loro in questa decade.
Daltronde questo chiedeva il loro pubblico, ed il gruppo ha risposto. In questo senso la prima traccia, Living Well Is The Best Revenge, è una dichiarazione d'intenti.
Un disco da amanti del distorsore, dei chitarroni, da duri e puri del rock. 6Un discorso non dissimile al disco di cui sopra valga per l'ultimo lavoro di Nick Cave. Si torna sui passi di un sentiero conosciuto e, proprio per questo motivo, lo si affronta con disinvoltura.
I Bad Seeds accompagnano l'incedere sermonico della voce di Cave, chitarre fulminanti e organetto. Il tutto strizzando l'occhio al popolo, al mainstream, alla consacrazione (Lie Down Here).
"Dig !!! Lazarus Dig !!!" non è poesia, è rock. 7A Jack White di certo non mancano nel curriculum collaborazioni nei più diversi dischi e progetti (l'ultima, recentissima, lo vede protagonista con Alicia Keys della colonna sonora per l'ennesimo capitolo della serie di James Bond). I Raconteurs non sono un side-project.
Fatta questa premessa si può iniziare a disquisire su un album di rock fondamentalmente classico; in "Consolers Of The Lonely" potete incontrare, Aerosmith, Zeppelin, Beatles, Queen, Dylan, White Stripes ça va sans dire. Non è niente di tutto ciò, sono i Raconteurs.
Nonostante i tanti richiami non scambierete mai questo lavoro per un disco degli anni '70.
Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma. 8.5Un altro che certo non si nega a collaborazioni è Mark Lanegan, al punto che sarebbe cosa inopportuna in questa versione ristretta elencarle tutte.
"Sunday Ay Devil Dirt" è il secondo lavoro con Isobel Campbell. Un disco senza troppe pretese, lo svago tra i tanti impegni, ballate rette spesso solo da chitarre acustiche e cantato. Specie se si considerano pezzi più scanzonati quali il country/pop di Keep Me In Mind Sweetheart, Something To Believe, Trouble, Sally Don’t You Cry.
Insomma se si invertisse l'ordine delle tracce avremmo un quadro completamente differente. Nella prima parte sonorità malinconiche si fanno drammatiche, se non disperate, e la voce femminile diviene poco più di un'eco evanescente, il vento nella tempesta.
La complicità tra Campbell e Lanegan è cresciuta rispetto a "Ballad Of The Broken Seas" al punto da non escludere una terza volta. E poi basta, forse. 7
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martedì 2 settembre 2008
Sigur Rós - Með Suð Í Eyrum Við Spilum Endalaust
Una celebre frase di Dirksen fa: "La vita non è nulla di statico. I soli che non cambiano mentalità sono degli incapaci chiusi in asili per deficienti e coloro che stanno al cimitero".
I Sigur Rós sono ancora vivi.
"Með Suð Í Eyrum Við Spilum Endalaust" è il disco più estivo che i Sigur Ròs abbiano mai inciso. Non aspettatevi certo canzoni da ascoltare sotto l'ombrellone, più semplicemente un disco che concede più spazio all'allegria.
Dalla prima traccia, Gobbledigook, un singolo rapido, immediato, esplosivo, tribale, qualcosa di eccezionale nella discografia della band islandese.
Il cambiamento si manifesta così. Nella festosità di Inní mér syngur vitleysingur, nel ritmo tambureggiante dei primi brani, che definire pop non pare poi così eccessivo, riuscendo dove i Coldplay di "Viva La Vida" avevano fallito (Við spilum endalaust).
Ma dura tutto troppo poco, soprattutto per chi abituato ai classici tempi di Jónsi e compagni.
Quando i ritmi calano, quando arriva l'autunno e le atmosfere sognanti, il disco si fa carico dell'eredità di "Agaetis Byrjun" e "()", non essendo nessuno dei due. Da ascoltare in questo senso Fljótavík ed Ára Bátur
Il cambiamento non è soltanto necessario per la vita. È la vita. 8
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lunedì 14 luglio 2008
The Rascals - Rascalize
I Rascals sono il gruppo di Miles Kane, attore coprotagonista insieme ad Alex Turner del progetto Last Shadow Puppets.
Se le sonorità di "The Age Of The Understatement" del tutto si distaccano dagli Arctic Monkeys, tracce di queste sono presenti in "Rascalize", mancano però la London Metropolitan Orchestra, James Ford ed il talento di Alex Turner.
Il risultato di questa sottrazione è un disco folk-punk da primi The Coral un poco più noiosi.
Con alcune eccezioni, come Stockings To Suit (molto Arctic Monkeys), e la conclusiva I'll Give Your Sympathy che quasi quasi ti verrebbe voglia di riascoltare tutto almeno un'altra volta.
No, meglio di no. 5.5
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giovedì 26 giugno 2008
Portishead - Third
La fama dei Portishead non appartiene a questa decade così come la fortuna del trip-hop.
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giovedì 19 giugno 2008
Coldplay - Viva La Vida
Le vostre canzoni sono troppo lunghe, siete troppo ripetitivi, usate troppo spesso gli stessi effetti, le cose grandi non sono necessariamente di buon livello; usate troppo gli stessi sound ed i vostri testi non sono abbastanza buoni.
Questo il giudizio di Brian Eno sulla musica dei Coldplay, prima di mettersi al lavoro con la band.
Un lavoro poco fruttuoso.
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venerdì 13 giugno 2008
Afterhours - I Milanesi Ammazzano Il Sabato
L'ultimo periodo degli Afterhours è stato caratterizzato dalla versione inglese di "Ballate Per Piccole Iene" (Ballads For Little Hyenas) e dal successivo passaggio dalla Mescal alla Universal.
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giovedì 22 maggio 2008
Foals - Antidotes
I Foals volevano essere i Klaxons del 2008, vantavano nel curriculum la "stima" di NME, la produzione (fallita) di Dave Sitek dei Tv On The Radio e la raccomandazione dei Bloc Party.
Anticipato (di molto) dai due singoli Hummer e Mathletics, assenti nella versione standard dell'album, in "Antidotes" si incontrano generi diversi. Dal math-rock simil Battles, esemplari in merito Two Step, Twice e l'esordio di Heavy Water, alla dance di Cassius e Baloons, al punk-funk da Chk Chk Chk, il tutto facendo l'occhiolino alla pop music.
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domenica 18 maggio 2008
The Last Shadow Puppets - The Age Of The Understatement
E venne il giorno in cui nel ragazzo prodigio di terra d'Albione, nacque il bisogno di uno spazio personale.
I Last Shadow Puppets nascono da ciò, Alex Turner e Miles Kane ombre di altri due gruppi: Arctic Monkeys e Rascals.
I due amici si cimentano in un genere estraneo alle sonorità dei gruppi d'appartenenza, un progetto più maturo, che nel rendere omaggio all'Inghilterra degli anni '60, ricorda una versione epica dei Coral (altri amici del gruppo di Sheffield) o semplicemente supportati dalla London Metropolitan Orchestra.
Un album dall'atmosfera country-western, musicalmente magnetico, che tiene in tensione l'ascoltatore fino al congedo eccessivamente melenso.
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lunedì 12 maggio 2008
The Mae Shi - Hlllyh
Dei Mae Shi in Italia hanno parlato in pochi, passato inosservato l'esordio nel 2004 con "Terrorbird", "Hlllyh" non ha goduto di maggior notorietà.
La straordinarietà della loro musica risiede nel caos dominante che i giovani di Los Angeles sanno addomesticare a loro piacere.
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domenica 4 maggio 2008
The Niro - The Niro
Presentato al recente concerto del primo maggio da Santamaria come il ragazzo (classe 1978) che ha costruito la sua fortuna grazie al fenomeno myspace (ognuno ha gli arctic monkeys che si merita): The Niro, il cantante romano fisicamente simile a Ian Curtis, musicalmente a Jeff Buckley.
Come intuibile dal suo nick name sul forum del mensile musicale "Il Mucchio", preferirebbe essere accostato ad Elliott Smith piuttosto che al Buckley che questo blog vuole in qualche modo ricordare.
Mettendo da parte per un attimo le influenze musicali, in questo ambiente, Baisers Volés è il pezzo che non ti aspetti.
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lunedì 21 aprile 2008
MGMT - Oracular Spectacular
I MGMT (dicasi management) li avevo lasciati con queste parole:
Indubbio il fatto che Kids e Time To Pretend siano canzoni fuori dall'ordinario, non in grado però, di reggere da sole l'intero album.
Il disco suona compatto, una psichedelia anni 70, alla Flaming Lips, con tracce di Bowie.
Il resto è trascurabile, a tratti insopportabile; valga per tutte la ridondanza di The Youth.
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giovedì 10 aprile 2008
Lightspeed Champion - Falling Off The Lavender Bridge
I Lightspeed Champion è Dev Hynes (alla faccia della concordanza tra soggetto e verbo) ed è tutt'altra cosa rispetto ai Test Icicles.
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