venerdì 13 giugno 2008

Afterhours - I Milanesi Ammazzano Il Sabato

L'ultimo periodo degli Afterhours è stato caratterizzato dalla versione inglese di "Ballate Per Piccole Iene" (Ballads For Little Hyenas) e dal successivo passaggio dalla Mescal alla Universal.

In poche parole l'Italia inizia a stare stretta al gruppo di Manuel Agnelli, ed in questo senso vanno visti i recenti concerti oltreoceano e le numerose partecipazioni internazionali nell'ultimo album, da John Parish, a Greg Dulli e Stef Kamil Carlens (dEUS).
Daltronde la promozione incombe e nonostante questo fra la mia gente siamo tutti ancora liberi.

"I Milanesi Ammazzano Il Sabato" non è un album monocorde alla "Ballate Per Piccole Iene", da questo punto di vista ricorda invece lo stile di "Hai Paura Del Buio?".
In Pochi Istanti Nella Lavatrice sembra di sentire T.V. Eye degli Stooges, Dove Si Va Da Qui ricorda gli Offlaga Disco Pax, la title-track sembra fatta apposta per la voce di Mark Lanegan (e non è detto che non lo sia in un'eventuale versione "The Milanese Kill Saturday").
Poi ci sono le distorsioni psichedeliche di Riprendere Berlino, gli archi a sovrastare il rock in 9/4 di E' Solo Febbre, il falsetto in Tutti Gli Uomini Del Presidente.
Se i temi principali sono ancora il sesso e l'amore, quest'ultimo si tinge di un colore nuovo, quello della figlia di Agnelli: Emma.
Ed è attorno a questa nuova figura che la famiglia diventa un ulteriore argomento di riflessione.

Dalla famiglia alla casa, la visuale si allarga a tutta la città.
Non la Milano di Scerbanenco bensì degli Afterhours.
Chi salverà la mia città? Si chiede il frontman della band.
Una città bilancio-centrica, dove gli eroi in cui confidare sarebbero anonimi blogger, col maglioncino, uniti contro il sistema?
Ed è anche in quest'ultima affermazione che ritroviamo l'ironia delle origini.

Mi fotte un cazzo cosa pensi di me. 7,5/10

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