mercoledì 30 gennaio 2008

Hot Chip - Made in the Dark

Ho già parlato degli Hot Chip, giudicando positivamente i brani proposti sulla loro pagina myspace. Nel mentre è uscito quello che risulta essere il loro terzo album: Made in the Dark.
Titolo che inizialmente ha suscitato in me qualche perplessità, ricordandomi un suono del tutto opposto da ciò che il titolo potrebbe far intendere.
Mi ricordavo bene; anche se non mancano nell’album tracce inaspettate.

Made in the Dark esordisce bene con la scorbutica Out at the Picture che apre le porte dell’album.
Segue Shake a Fist che già avevo avuto modo di ascoltare più volte. Pezzo dai due volti, o meglio, degli oltre 5 minuti, la seconda metà risulta una pesante ripetizione di suoni.
La traccia numero tre, Ready for the Floor, è il singolo. Immancabile l’elettronica, che però in questo caso lascia un po’ di spazio ad un pop riecheggiante gli anni ’80.

Made in the Dark si diceva, e fino qua lo sconcerto rimane, anzi aumenta dopo l’ascolto della quarta traccia. Proprio quando sto per cancellare il titolo dalla copertina dell’album, le cose iniziano a cambiare.
Probabilmente in peggio.
Cambiano dapprima con We’re Looking for a Lot of Love; in seguito con la title track, che pare nascere proprio con questo compito. La giusta title track.

Passate queste, l’oscurità come niente fosse si rifà da parte, lasciando la pista alla trascurabile One Pure Trought prima e ad una tutt’altro che trascurabile Hold On poi, molto LCD Soundsystem (anche se sarebbe stato meglio tagliare gli ultimi due minuti).

Traccia n° 10: Wrestlers: inascoltabile.
Meglio è Don’t Dance, ovvero techno imballabile (come provoca il titolo).
Whistle for Will sarebbe la giusta chiusa dell’album. Sarebbe perché gli Hot Chip buttano nel calderone anche una superflua In The Privacy of Our Love.


Tante cose diverse e disordinate. Un casino. 5.5/10

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