martedì 5 febbraio 2008

Jovanotti - Safari

Il pregiudizio non fa parte del mio modo d’essere, pertanto mi sono messo all’ascolto dell’ultimo album di Jovanotti. Album descritto dal cantante e non solo quale il suo migliore, inoltre fregiato di oltre quattro stellette dal rolling stone made in italy.

Avevo già precedentemente ascoltato in radio il singolo Fango e mi era sembrato pessimo; riascoltato su cd con cuffie decenti il risultato cambia poco, si percepisce però la presenza di Ben Harper che appunto resta solo una presenza.
Capitolo “presenze vane” da riaprirsi per il secondo ospite illustre del disco: Sergio Mendes, che offre il proprio contributo in Punto, traccia quantomeno trascurabile.
Ospiti questi che renderanno l’opera più appetibile al mercato estero, ma che all’atto pratico a poco servono alle nostre orecchie.

Meglio del singolo è Mezzogiorno che davvero ricorda, soprattutto nella prima metà del brano, gli Arcade Fire.
Parole soltanto parole, parole d’amor cantava Mina; questa frase riecheggia nella mia mente all’ascolto di Safari. Lorenzo ha tanta voglia di parlare, specialmente d’amore. Ma anche della natura, un pò alla Into the Wild.

L’attenzione andrebbe riservata pertanto ai testi, anche perché i suoni non sono niente di eccezionale. Non bisogna essere dei grandi esperti del sound di Jovanotti per avere la sensazione di avere già incontrato molto delle musiche di Safari. E non è un deja vù.

Amore si diceva, percepibile anche solo dai titoli delle noiose e ripetitive A Te e Innamorato.
Safari, che vede la presenza della voce di Giuliano Sangiorgi dei Negramaro, non a caso dà titolo all’album; il pezzo sposta l’attenzione dall’amore, puntando i riflettori sulla natura, sullo spirito animale, sul buon sangue, sull’ombelico del mondo. Sul fuoco-acqua-elettricità.
Così in scia anche Temporale merita di essere ascoltata.

Concludendo sinceramente questa recensione negativa un pò mi dispiace, perché sinceramente il personaggio Jovanotti mi risulta positivo. Il passato non è materia di mio interesse, resta solo tappa di evoluzione nella considerazione del presente.
Ed allora non può che essere bene: il pacifismo, il no-global, il buon sangue, la positività, il giocare la musica-play the music-jouer avec la musique.
Il fare ciò che ci piace fare. Quantomeno all’apparenza.


Dai che sono buono ed anche io abbondo con 4 stellette.
4/10

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Dire che a te è noiosa è assurdo....povero jova!!

ILNomeNonConta ha detto...

Che poi leggendo vari blog ho scoperto che Jovanotti al Festival ha cantato proprio "A te" (Come da programma), che poi non si inizia un discorso con un "che poi", ma era solo per dire che il pezzo è noioso e lo ripeto, anzi non capisco cosa abbiano da scrivere questi blogger di tanto positivo sulla canzone del Cherubini.