Il 59° Festival di Sanremo volge al termine, ciò che resta è la partecipazione degli Afterhours, i quali, come direbbe Bonolis, sono scesi al teatro Ariston per proporre al più vasto pubblico possibile la loro musica e quella di più realistiche (rispetto ai "figli di" o "amici di") nuove proposte per la musica italiana.
Il brano portato a Sanremo sicuramente non era il più consono alla location, ma certo rappresentativo di quello che sono oggi gli Afterhours e c'è di che essere ottimisti.
Eliminati la prima serata, non ripescati a vantaggio di Sal e Al, Sanremo ancora li ospita per lo scontato premio della critica.
Che la partecipazione alla principale manifestazione canora italiana abbia permesso al gruppo di ampliare il proprio raggio d'azione è più che probabile, lo dimostrano le numerose interviste al gruppo apparse in ogni dove negli ultimi giorni. Che si sia fatto qualcosa che serva, ovvero cambiare la fortuna del mondo indipendente è tutto da vedere.
Iniziamo a promuovere e comprare la compilation.
sabato 21 febbraio 2009
Io voglio far qualcosa che serva
Pubblicato da ILNomeNonConta alle 22:44
Etichette: afterhours, Sanremo
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
1 commento:
un saluto
Posta un commento