mercoledì 4 giugno 2008

Fake del Mese

Ad inizio aprile è stata diffusa in rete una versione fake di "Narrow Stairs", ultimo lavoro dei Death Cab For Cuties, ad opera dei Velveteen.

Ci erano cascati in molti, soprattutto i fan, in primo luogo per la somiglianza vocale tra Ben Gibbard ed il frontman della band tedesca.
C'è cascato, diverse settimane dopo, Rumore che ha giudicato la versione fake dei Velveteen disco del mese (voto 8).

La recensione, firmata Sara Poma, descrive palesemente il disco sbagliato: beat elettronici, pianoforte, sperimentazione rumoristica sono presenti solo nell'album dei Velveteen.

Ad infierire sulla redattrice ci hanno già pensato in molti (1, 2), io mi limito a riportare quello che parrebbe essere un suo commento sul blog di Inkiostro:
"Salve a tutti, mi chiamo Sara Poma [...] Da tempo, alcune case discografiche tendono a essere decisamente parsimoniose nella condivisione dei dischi dei propri artisti, pretendendo che li si vada ad ascoltare nei loro uffici. Ogni mese la rivista con cui collaboro ha una data di scadenza e può succedere che, d’accordo con il comitato di redazione, in mancanza del disco fisico, si cerchi di recuperarlo in maniera "alternativa". Detto questo, lo scherzetto che i Velveteen hanno tirato a molti fan dei Death Cab For Cutie ha tratto in inganno testate autorevoli come Rolling Stone USA, MTV.com e giornalisti molto più degni di quel titolo della sottoscritta. Ora veniamo al lato personale della vicenda. Amo molto i Death Cab For Cutie, possiedo tutta la loro discografia (originale), in passato mi è capitata anche la fortuna di intervistarli. Sono incappata in un errore bislacco, è vero; ribadisco che il disco che ho recensito mi è piaciuto molto e confermo il voto attribuito ai sedicenti Death Cab sotto mentite spoglie. Non ho nessun interesse a commentare ogni singolo insulto o presa in giro che è stata postata in questo e altri forum. Amo l’ironia e mi sono fatta una risata anch’io. L’importante credo sia non prendersi troppo sul serio, soprattutto quando si insulta qualcuno che ha semplicemente parlato bene di un disco sbagliato."

Una delle più importanti riviste musicali italiane si rivela mancante di professionalità, a comiciare dal controllo delle fonti. E pensare che per scoprire l'inganno era sufficiente consultare wikipedia e confrontare la durata dei brani.

3 commenti:

Marco ha detto...

Io espongo la mia personalissima opinione che può essere o meno condivisa.
Credo che lavorare per un giornale di quell'autorevolezza (sino a prova contraria, ovviamente) richieda comunque un certo background di spessore non proprio irrilevante. Per di più i tempi sono molto molto ristretti, e quiando esce un disco da recensire, non ci si può permettere di ascoltarselo per un mesetto, in quanto subentrano tempi non più legati ai singoli redattori, ma tempi di impaginazione, editing vari, stampa, ecc...
Il prodotto deve essere già pronto molto prima dell'effettiva messa in commercio. Questo richiede a volte eccessiva fretta che rischia di fare incappare gli "sfortunati" in errori grossolani, seppùr ben congegnati.
Ovviamente è un errore che mi auguro non accada più (ne andrebbe il buon nome del magazine), ma che si può perdonare tranquillamente senza farne una questione di stato come molti hanno voluto fare.
Cacchio che prolisso...chiedo scusa!
Buona giornata...a presto.

http://urcamarco.blogspot.com/

ILNomeNonConta ha detto...

Non sono d'accordo.
E' vero che i tempi sono ristretti, ma l'episodio in questione secondo me è grave.

In primis non stiamo parlando di un blog, bensì una rivista specializzata.
Il fake dei Velveteen era un caso più o meno noto nella "blogosfera", io mi sarei aspettato che nella redazione di Rumore qualcuno lo conoscesse, qualcuno seguisse le notizie musicali.

Tralasciamo il fatto che è abbastanza inaspettato scoprire che una rivista come quella di Rumore arrivasse per necessità a scaricare gli album da recensire,
ma se sei costretto a ciò il minimo che si possa fare è informarsi sulla veridicità delle canzoni scaricate (una prassi più o meno scontata questa).
Va a finire che sono più professionali i blog delle riviste (sempre più care).

Che poi ora si voglia far passare il fake quale disco del mese... è la goccia.

Marco ha detto...

Beh, sul fatto di controllare i brani scaricati, lo faccio anche io, in effetti.
D'accordo anche sul fatto che se mi fai pagare una rivista 5 euro, almeno pretendo che quello che ci sia scritto sia opinabile dal punto di vista del gusto musicale ma non dalla veridicità delle informazioni contenute.
Sono sempre più convinto che alcuni blog siano MOLTO meglio delle riviste attualmente in edicola.
Una cosa è certa: Sara Poma starà decisamente attenta in futuro!
;)
Buon fine settimana!

Marco
http://urcamarco.blogspot.com/