sabato 12 aprile 2008

Io Non Voto

Alla prima occasione di esprimere la mia preferenza politica, non me ne avvalgo.
Non votare è un diritto quanto votare.

Curiosamente le accuse rivoltemi da amici in merito a tale decisione, si soffermano proprio su questo aspetto: il diritto del voto quale oggetto di lotte passate.
Se ciò avesse mai avuto l'intento di (com)muovermi, l'ulteriore intervento da parte delle quote rosa del gruppo mi ha destabilizzato; ovvero l'idea (masochista) che tale pensiero sia addirittura improponibile se propugnato da una donna, in quanto parte di una categoria che ha storicamente dovuto lottare per vedersi riconosciuto il diritto in questione.

Successiva a questa idea, quella secondo cui l'astensionismo sia inaccettabile, piuttosto meglio "votare" tramite scheda bianca o nulla.
Idea che mi crea disgusto, forse ancora superiore al voto disgiunto (e mi sale un conato).
Il pensiero di un mio amico che alle passate elezioni utilizzò il suo tempo al fine di votare Rocco Siffredi Presidente, resta un ricordo simpatico, di sicuro non il modo migliore per esprimere il proprio pensiero sulla politica italiana, foss'anche Marilyn Monroe.


Il voto è una cosa seria, per cui il 13 e il 14 aprile non voto.
Andare a votare, se si reputa una cosa seria, significa votare con serietà chi riteniamo ci rappresenti.
Chi mi rappresenta non è tra le liste presenti. Non voto. Mi Astengo.


Scelgo il rifiuto. Non la fuga. Al contrario premessa di una lotta più ampia possibile solo in seguito a rottura con la casta che chiederà il voto il 13 aprile. A volte il voto più forte è quello non dato.

Votare chi si reputa il meno peggio è il vero qualunquismo. Timbrare il cartellino il vero ricatto.
Non votare è la mia scelta per non legittimare chi non voglio legittimare.
Anche il mio è un voto, solo che non viene considerato.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

puoi andare a votare e rifiutare le schede facendolo mettere a verbale, cosi sarà veramente un non voto.

Anonimo ha detto...

Anche io non voto. Anche io non ho trovato sulla scheda chi mi rappresenta. Solo che il mio caso é anche piú grave: Vivo all'estero, nella ripartizione America settentrionale e centrale, dove le uniche opzioni sono:

Partito democratico
Unione democratici Cristiani
La destra - Fiamma tricolore
il popolo delle libertá

Ma che razza di scelta é questa?
Allora voglio fare una proposta costruttiva.
Per dare valore al non voto cominciamo una campagna che aggiunga questa regola alle elezioni: Se non si raggiunge almeno il quorum del 60% dei votanti le elezioni sono nulle, vanno ripetute e NESSUNO dei candidati puó ripresentarsi.

Democrazia rappresentativa? allora almeno facciamola sul serio senza permettere a chi rappresenta una minoranza, di governare sulla testa di tutti gli altri.

Peppe Cirotti - Costa Rica

Fiaccola ha detto...

Berlusconi, principale artefice dello schifo che legittimamente qualcuno può provare per la politica, in questo momento si sta sfregando le mani per la soddisfazione di aver ottenuto quello che vuole.
La stragrande maggioranza dei suoi elettori è "in nuce" come o peggio di lui, al suo posto farebbe le sue stesse sconcezze politiche.
Per questo andranno a votare in massa per il loro idolo.
Grillo finalmente ha capito e stasera nel suo blog, neanche tanto velatamente, fa capire di votare per l'unico partito che schiera tutte persone pulite.
ciao

Fiaccola ha detto...

Il Partito a cui mi riferisco è l'IDV di Di Pietro.
Non votare favorirà solo il ritorno al potere di Berlusconi e, credetemi, non avremo il tempo di pentirci o ripensarci!
Scusate se l'ho fatta lunga, ma ritengo troppo importante il momento!
Non sprechiamo il nostro voto!

J ha detto...

Oh bella, non sapevo ci fosse un quorum da raggiungere.

Manifesti la tua opinione non andando a votare? Perdonami la franchezza, ma dopo aver letto tutte le argomentazioni che hai disposto in bella fila, non posso pensare altro che tu sia un po' pirla.

J

Anonimo ha detto...

la vera liberta e partecipazione, giocare la partita e vincerla, questo è il senso, fare da spettatore o indignarsi non serve significa fare un favore alla politica che ti vuole ai margini,non dobbiamo rinunciare a provarci, jim Morrison diceva "«Rifiutarsi di amare per paura di soffrire è come rifiutarsi di vivere per paura di morire.» " io non ho paura
woodstok

Anonimo ha detto...

http://blog.libero.it/Allure/commenti.php?msgid=4496334&id=142812#comments